Le Armi
Nonostante il loro apparente anacronismo, le armi tradizionali possono offrire ai praticanti di arti marziali non solo un’occasione di approfondimento culturale,
ma soprattutto una preziosa fonte di addestramento: oltre a migliorare la coordinazione e la forza fisica, il maneggio delle armi potenzia infatti la precisione,
la fluidità e il controllo dei movimenti.
Secondo la tradizione del monastero di Shaolin, l’arsenale del praticante era composto da 18 armi “classiche”, che comprendevano, oltre a quelle più conosciute,
anche armi meno note, come la frusta, la mazza e l’ascia. Ma le armi principali del Kung Fu sono in effetti quattro: il bastone lungo (Côn, in cinese Gun), la spada
(Kiếm, in cinese Jian), la sciabola (Đao, in cinese Dao) e la lancia (Thương, in cinese Qiang).
Regione naturalmente ricca di foreste e di canneti, il Vietnam ha sempre fornito abbondante materia prima per le armi “povere”, che vanno dai bastoni di varia lunghezza
agli attrezzi di origine agricola. Accanto a quella popolare, esiste una tradizione più propriamente marziale, che comprende diverse tipologie di armi da battaglia,
tra cui le spade, le armi in asta e le armi snodate.
Bastoni
La facilità di reperimento ha favorito lo sviluppo di una ricca tradizione di combattimento con vari tipi di bastone, da quello corto (Đoản Côn o Giản), propedeutico al maneggio della sciabola, al classico bastone ad altezza d’uomo, che rappresenta il primo approccio del praticante alle armi lunghe.Il bastone lungo è una delle armi fondamentali nelle arti marziali sino-vietnamite, che lo utilizzano in modo coerente alla propria strategia di combattimento. A seconda delle dimensioni, possiamo distinguere:
- il bastone medio (Trung Bình Côn), ad altezza d’uomo, spesso diffuso in versione leggermente più corta (Tề Mi Côn, letteralmente: bastone “ad altezza del sopracciglio”, in cinese Qi Mei Gun);
- il bastone “a coda di topo” (Roi), a sezione tronco-conica, che misura circa 2,10 metri (distanza da terra della mano ripiegata, con il braccio disteso sopra la testa), tipico degli stili vietnamiti, che, grazie alla sua flessibilità, consente di effettuare movimenti simili a quelli della lancia;
- il bastone lungo (Trường côn), che misura circa 3,5 metri, utilizzato negli stili di origine cinese, come il Thiếu Lâm Châu Gia. Nel Vĩnh Xuân viene impiegato il bastone detto “da 6 punti e mezzo” (Lục Điểm Bán Côn, in cinese Liu Gian Ban Gun), che deriva dalla pertica utilizzata per far avanzare le giunche lungo i fiumi e può essere lungo dai 2,5 ai 3,5 metri.
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Spade
Nelle arti marziali di origine cinese, la spada diritta a doppio taglio, chiamata Kiếm (in cinese Jian), è considerata come l’arma nobile per eccellenza. Più leggero e maneggevole della sciabola, il Kiếm consente movimenti fluidi e attacchi veloci e precisi ai punti vulnerabili del corpo, eseguiti per lo più con la punta della spada. Il suo utilizzo richiede una grande abilità e uno studio lungo e continuo: per questo motivo in ambito militare la spada era riservata agli ufficiali. La mano disarmata assume in genere la posizione della "spada segreta", nella quale l'indice e il medio sono distesi, mentre il pollice è ripiegato sulle altre dita.Una delle armi classiche delle arti marziali sino-vietnamite è il Đao (in cinese Dao), la sciabola, fornita di una lama leggermente ricurva e con un solo tagliente sul lato convesso. È un'arma più larga e pesante del Kiếm, di qualità inferiore dal punto di vista metallurgico, ideale nell'impiego su larga scala da parte dell'esercito per il costo ridotto ed il minore addestramento richiesto. Gli attacchi vengono portati per lo più di taglio, con ampi movimenti circolari che sviluppano una grande forza di impatto, ma il Đao può essere utilizzato anche di punta per sferrare improvvisi affondi. La mano disarmata è spesso impiegata per spostare o afferrare l'arma dell'avversario, a seconda che si tratti di un'altra sciabola o di una lancia (Thương), o per fare pressione sul dorso della lama, incrementandone la capacità di penetrazione.
In Vietnam esiste inoltre un tipo di spada di origine autoctona, chiamato anch’esso generalmente Kiếm: si tratta di una sciabola fornita di una lama più sottile del Đao, che, contrariamente alla Katana giapponese, viene impugnata in prevalenza con una sola mano; gli attacchi possono essere portati sia di taglio che di punta. Il termine "Gươm" viene invece utilizzato in vietnamita moderno per indicare in generale le tecniche di sciabola.
Tutti i tipi di spada possono essere utilizzati a coppie (Song Kiếm, Song Đao), servendosi contemporanemente di entrambe le mani per parare e contrattaccare. Anche i “coltelli farfalla” del Vĩnh Xuân (Bát trảm Đao), in cinese Bart Cham Dao, “Coltelli degli Otto Tagli”), derivati da una sorta di mannaia o coltello da macellaio, vengono impiegati per lo più a coppie.
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Armi inastate
La lancia, Thương (in cinese Qiang), è considerata la regina delle armi lunghe: è la classica arma inastata, formata da un bastone lungo munito di una punta metallica, a cui è fissata una nappa di crine, in genere di colore rosso. Negli stili del Sud (Nam phái) l’asta della lancia è costituita da un bastone rigido, a sezione cilindrica, che può essere di legno o di metallo; negli stili del Nord (Bắc phái), come il Thái Cực Đường Lang, l’asta è invece costituita da un bastone a sezione troncoconica, simile al Roi, che, grazie alla sua elasticità, permette l’esecuzione di tecniche di attacco particolarmente insidiose, capaci di penetrare all’interno della guardia dell’avversario attraverso improvvisi affondi o rapidi movimenti circolari. La nappa a coda di cavallo che decora la cuspide della lancia ha la funzione di distrarre e confondere l’avversario, in quanto durante i movimenti rotatori essa si apre “a fiore”, coprendogli parzialmente la visuale.In ambito militare era spesso utilizzata l’alabarda, Đại Đao (= "grande sciabola", in cinese Guan Dao), che veniva impiegata in battaglia soprattutto a cavallo o nelle tecniche di “sfondamento” delle linee nemiche: essa è costituita da una lama con tagliente ricurvo fissata ad un'asta di legno o di metallo, che termina in un puntale metallico. Il peso e la lunghezza del Đại Đao consentono di effettuare colpi particolarmente potenti, mantenendosi a una distanza maggiore di quella della sciabola. Gli attacchi vengono portati per lo più di taglio, con fendenti dal basso, dall'alto o laterali, ma anche in affondo, utilizzando la punta della lama o il puntale. Di quest’arma esiste anche una versione dall’impugnatura più corta, chiamata Phác Đao (in cinese Pu Dao), una sorta di "bastone-spada" evolutasi per il combattimento a media distanza, diffusa specialmente negli stili del Nord.
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Armi snodate
Fra le diverse categorie di armi presenti nella tradizione marziale sino-vietnamita, esiste quella delle armi “flessibili” o “snodate”, facili da nascondere e comode da trasportare, che consentono di colpire l’avversario da una certa distanza, come le armi lunghe. La “meteora” (Phi Long Đà, in cinese Sheng Biao), ad esempio, costituta da una corda alla quale è fissata una cuspide metallica, può essere letale quanto un’arma da lancio, ma, a differenza di un coltello o di una freccia, è immediatamente recuperabile. Medesime caratteristiche ha la catena (Cữu Tiết Mai Hoa Tiên, in cinese Jiu Jie Bian), composta da una serie di nove segmenti o nodi concatenati; nel Thái Cực Đường Lang, contrariamente agli altri stili, si utilizza una variante a sette nodi, chiamata Thất Tiết Mai Hoa Tiên (in cinese Qi Jie Bian).Tra le armi snodate più note al grande pubblico, sono presenti anche i bastoni a 2 e a 3 pezzi, chiamati rispettivamente Lưỡng tiết côn (in cinese Shaun Jie Gun, equivalente al Nunchaku) e Tam tiết côn (in cinese San Jie Gun), il cui maneggio risulta più semplice rispetto a quello della catena; il bastone a 3 pezzi, in particolare, veniva utilizzato in prevalenza contro le armi doppie.
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